I protagonisti del Prosciutto di Parma puntano a curare l'impatto ambientale degli imballaggi

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Jun 06, 2023

I protagonisti del Prosciutto di Parma puntano a curare l'impatto ambientale degli imballaggi

09-Jun-2023 - Last

09-giu-2023 - Ultimo aggiornamento il 09-giu-2023 alle 13:17 GMT

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Prosciutto di Parma e tradizione vanno di pari passo. Il suo gusto unico è dovuto ad un processo produttivo lungo, scrupoloso e secolare, sottoposto a rigorosi controlli di qualità in ogni fase per garantirne tracciabilità e provenienza.

Ma i produttori ora temono che l’attuale confezionamento del prosciutto crudo – una pellicola multistrato basata su materiali plastici tradizionali – sia in contrasto con le tendenze odierne di sostenibilità ambientale ed economia circolare.

Il Consorzio del Prosciutto di Parma, che rappresenta 140 produttori che utilizzano e tutelano il metodo di lavorazione tradizionale, ha svolto una ricerca approfondita per testare materiali alternativi e più sostenibili rispetto a quelli tradizionalmente utilizzati per il confezionamento del prosciutto preaffettato.

“Il Prosciutto di Parma svolge da sempre un ruolo fondamentale per la resilienza sociale ed economica della provincia di Parma. Questo ruolo deve comprendere anche l’aspetto ambientale”, ha affermato il Presidente del Consorzio Alessandro Utini. In quanto produttori di un alimento a denominazione di origine protetta, il Consorzio è "unito da un legame inscindibile con il nostro territorio d'origine",​ ha aggiunto. Il Consorzio deve quindi “investire nella ricerca per ridurre l’impatto ambientale delle nostre attività produttive”.​

In collaborazione con la Stazione Sperimentale per l'Industria della Conservazione Alimentare di Parma (SSICA), il gruppo ha effettuato prove di conservabilità su imballaggi provenienti da più fonti e con diverse modalità di riciclo, come carta, PET riciclabile e bioplastiche compostabili.

I materiali selezionati sono stati abbinati in diverse tipologie di confezionamento e utilizzati per prove di confezionamento in atmosfera protettiva con Prosciutti di Parma provenienti da diversi produttori e con periodi di stagionatura variabili dai 16 ai 20 mesi.

Al termine del periodo di monitoraggio, le confezioni sono state sottoposte ad analisi chimico-fisiche, sensoriali e microbiologiche con "risultati estremamente significativi", ha affermato Utini.

"Le confezioni composte da [un] vassoio in carta e coperchio in carta con o senza [una] finestra trasparente, hanno dimostrato prestazioni di conservazione ancora migliori rispetto ai materiali tradizionali, anche in termini di durabilità. La carta è quindi un'ottima soluzione per il confezionamento dei nostri prodotti preconfezionati prodotti, grazie alla sua riciclabilità, facilità di riutilizzo e provenienza da fonte rinnovabile."​

Anche gli altri materiali testati non hanno deluso: la vaschetta in PET, ha avuto una durata di conservazione più breve della carta, ma si è rivelata adatta alla vendita in confezioni trasparenti. Anche le confezioni compostabili a base di bioplastica hanno comportato una durata di conservazione più breve, ma sono risultate compatibili con un formato da asporto.

L’iniziativa per rafforzare la sostenibilità ambientale e l’economia circolare del Prosciutto di Parma avviene in un contesto di forti vendite incrementate dalla pandemia. Il 2021 è stato un anno record per le vendite quando dall’Italia sono state esportate 72 milioni di vaschette, con un incremento del 3% rispetto all’anno precedente. Nel 2022 sono state vendute più di 90 milioni di confezioni nel mondo, una cifra ben superiore a quella del 2019.

"La ricerca ha individuato con successo valide alternative al packaging tradizionale e ha fornito alle aziende manifatturiere e di confezionamento importanti strumenti a sostegno del loro già sostanziale impegno per la sostenibilità", ha affermato Utini. La transizione verso materiali alternativi e più sostenibili, richiederà "impegno e tempo per essere pienamente attuata", ma è allo stesso tempo "auspicabile" e "finalmente possibile", ha aggiunto.

"La ricerca è ora a disposizione di tutti i nostri membri, che possono decidere sulla sua implementazione", ha detto a FoodNavigator un portavoce del Consorzio. "Non abbiamo tempi precisi riguardo questo passaggio ma ci auguriamo che in tempi ragionevoli i materiali alternativi e più sostenibili studiati dal Consorzio possano sostituire significativamente quelli tradizionali attualmente utilizzati."​